La Sommelier dell'arte

Da Caravaggio a Pier Paolo Pasolini: genio e sregolatezza

Genio e sregolatezza. E’ uno dei binomi più antichi del mondo e contempla molteplici sfumature che sarebbe impossibile analizzare per intero. In genere, possiamo affermare che ciò che ci attrae può essere in qualche modo “proibito” o, per dirla in termini contemporanei, “not politically correct”; è una peculiarità che caratterizza la storia di grandi artisti, pilastri del cinema e poeti come Van Gogh, Caravaggio, Pasolini, Charlie Chaplin, Nabokov: tutti hanno scritto un’importantissima pagina nella storia della cultura, eppure tutti avevano un lato oscuro che li ha perseguitati fino alla fine dei loro giorni, e che ancora oggi, non li abbandona, anzi, li contraddistingue.

Pier Paolo Pasolini

Il 2 novembre è stato il 46 anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini: attore, drammaturgo, regista, paroliere, autore di capolavori immortali come Medea e Mamma Roma, a caratterizzare tutta la sua esistenza, non sono stati solo successi e soddisfazioni professionali, ma anche e soprattutto  posizioni ritenute troppo “radicali”, accuse di dissolutezza associate allo squallido mondo della pedofilia ed una melanconia profonda ed insanabile che lo ha perseguitato anche e soprattutto nelle sue opere. Il genio, sovrastato da un mostro interiore che lo ha portato a morire, travolto dalla sua stessa auto, sulla spiaggia di Ostia Lido, dove secondo la ricostruzione ufficiale si sarebbe appartato con un diciassettenne per ottenere favori sessuali.

Non molto differente è la controversa fine di Caravaggio, il “pittore maledetto” che rendeva protagonisti dei suoi quadri prostitute e gente di strada -proprio come Pasolini faceva con i suoi film- e che si beffava di ricchi e potenti, trovando rifugio nelle zone più basse del vulgus. Capace di estasiare i suoi fruitori a distanza di cinque secoli con un pathos emotivo mai visto prima, di raccontare momenti biblici attraverso modelli, forme e colori (a lui) attuali, le biografie ed i racconti che ruotano attorno alla sua controversa figura parlano di un carattere tortuoso, di un’anima tormentata ed incline alla rissa, di episodi di documentata violenza e lesa maestà che sembrano collimare perfettamente con l’ipotesi più accreditata circa la sua fine, ovvero avvelenato lentamente da una sostanza disciolta nella pittura che utilizzava per dipingere, omicidio dunque perpetrato da chi li è stato vicino.

Caravaggio, Narciso

Pasolini e Caravaggio, genio e sregolatezza, due facce della stessa medaglia. Entrambi dotati di un talento straordinario, entrambi contro “il sistema”, entrambi circondati da sentimenti contrastanti tra chi li amava e chi li odiava. Quello che veramente viene da chiedersi è: se entrambi avessero avuto un carattere ed un vissuto diverso, le loro opere ed il loro talento, sarebbero stati li stessi? Le loro ombre hanno influito nel loro genio? La risposta è probabilmente racchiusa nelle parole eloquenti che ha espresso Alberto Moravia all’indomani del ritrovamento del corpo di Pasolini:

La sua fine è stata al tempo stesso simile alla sua opera e dissimile da lui. Simile perché egli ne aveva già descritto, nella sua opera, le modalità squallide e atroci, dissimile perché egli non era uno dei suoi personaggi, bensì una figura centrale della nostra cultura, un poeta che aveva segnato un’epoca, un regista geniale, un saggista inesauribile

Ilenia Carbonara 

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Mi chiamo Ilenia Carbonara e mi occupo di comunicazione per l’arte e l’enogastronomia.

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